Le prime lavorazioni della seta a Como sono avvenute nel XVI secolo, ma soprattutto, è grazie all’industrializzazione dell’Ottocento in Lombardia che la città bagnata dal lago conquista la leadership europea della produzione e dell’esportazione di tessuti preziosi.
Durante il suo ducato, Ludovico il Moro rese Como la città della seta per eccellenza anche nei secoli successivi, tanto che nel ‘800 più del 90% del territorio comasco era dedicato alla coltivazione di gelsi per bachi da seta e lì sorgevano nei dintorni tessiture e filande.
Proprio a Como, in via Castelnuovo, c’è il Museo della Seta, dove presentano ogni fase dall’allevamento dei bachi finoalla lavorazione dei tessuti, fino alla storia della pubblicità del settore, con i manifesti liberty degli importatori di bachi. Vi si possono vedere anche antiche macchine per torcitura, tessitura, tintoria e stampa ancora funzionanti.
Adesso la città di Como è in punta nella Textile Valley italiana, una parte di territorio storicamente vocato alla tradizione tessile che include la provincia di Como e Lecco. Il settore tessile è una delle espressioni più importanti della Cultura del Fare e del made in Italy. La filiera tessile del territorio ha una tradizione molto antica ed è concepita come un grande patrimonio di esperienza, di competenze tecniche e artistiche tramandate da generazioni ed evolute nel tempo a causa di una spinta notevole per l’innovazione, garantita da centri formativi d’eccellenza e promossa dall’impegno e dalla creatività degli artigiani e delle imprese di tessitura.
La filiera si occupa per lo più di tessuti operati, di una fabbricazione molto complessa, tessuti che necessitano una competenza specifica; ha un ruolo fondamentale l’arte della seta, anche prendendo riferimento Il modello di produzione tradizionale, la gelsibachicoltura. Il 70% della seta europea viene, infatti, prodotta nel distretto tessile di Como in cui1.376 aziende sono presenti nel territorio lariano(1.424 nel 2019) e 15.515 occupati.